Se mi chiedi qual’é stato il momento più bello della mia vita, ti rispondo “il prossimo istante”.
Sì certo, nella mia vita ci sono stati tanti momenti belli da ricordare e brutti che vorrei dimenticare. Entrambi questi momenti hanno lasciato tracce sul mio corpo: cicatrici, occhi lucidi, pelle d’oca, cuore in gola, sorrisi e pianti. Ma il momento più bello è il prossimo istante della mia vita, è godermi la straordinaria emozione di essere vivo, di sentire, di toccare, di annusare, vedere, parlare, scrivere.
Il rischio più grosso che corrono molte persone è quello di credere che “ormai hanno già dato…”, che hanno già avuto dalla vita ciò che potevano avere, oppure non hanno avuto nulla di buono e niente potrà accadere per migliorare la loro condizione. Questo atteggiamento, sempre più spesso, non è solo tipico delle persone anziane, ma anche di tanti giovani, che pensano di non avere più chance. Anzi, avremmo tanto da imparare da quelli considerati “vecchi”. Mia mamma ha 84 anni, ma la vedo ridere e giocare con le sue amiche ed amare la vita, da fare invidia a gente di 30 anni che ha già gettato la spugna.
Un’altra generazione, uscita dalla miseria, dall’orrore della guerra, dalle macerie, che ha avuto la forza di ricostruire, di essere resiliente, di amare le cose semplici, di essere felice cantando “quel mazzolin di fiori”.
Il nostro amico carissimo, Richard Romagnoli, si è inventato un metodo bellissimo per insegnarci a rimetterci in gioco, lo yoga della risata (in ottobre farà una nuova conferenza al Gymnasium, non mancate).
Ma sì certo, ognuno di noi ha tanti problemi, tante preoccupazioni, ma la tristezza non fa passare e non risolve nulla! Ridere, godersi la vita e le piccole cose, apprezzare ogni momento, sentirsi “onnipotenti”, può darci una gran forza, per superare momenti difficili e per ambire a mete insperate.
La vita ha un solo porto di approdo, quello in cui finisce e passa ad un ‘altra dimensione. Ma fino a quel momento la vita va vissuta con entusiasmo: è un viaggio in cui dobbiamo essere sempre vigili al timone, sapere alzare le vele ed ammainarle quando serve, andare sotto costa, oppure al largo quando il vento lo permette e goderci il vento fra i capelli e il profumo del mare. Tirare i remi in barca è pericoloso, si va alla deriva.
Queste riflessioni mi sono venute in mente durante un concerto di Ligabue, tenuto di recente a Rimini, quando ha cantato… “sei qui per dire, mi devi dire, il meglio deve ancora venire, il meglio deve ancora venire…”.
Con la sua voce unica, la band che suona da dio, mi ha fatto capire quanto sia importante non rassegnarsi e non abbattersi nella vita. Liga ha avuto un momento difficile; qualche mese fa ha subito una delicata operazione alle corde vocali e per un cantante, in particolare, non è semplice. Ma ora è tornato e ci canta che il meglio deve ancora venire, anche se ha quasi sessant’anni e se l’è vista brutta.
La mattina dopo mi sono svegliato un po’ stranito, con le orecchie che ronzavano ancora, i capelli scompigliati, la faccia di uno che avrebbe dormito volentieri un altro paio di ore… ma mi è partito un sorriso sulla bocca, un po’ di sbieco, fino ad aprirsi a tutto tondo. E poi sotto la doccia a cantare a squarciagola, “mi devi dire, il meglio deve ancora venire, il meglio deve ancora venire!”
Provate anche voi…è una goduria!
- Se non conoscete la canzone di Ligabue è un peccato, ma non è un problema; potete cantare quel mazzolin di fiori… funziona lo stesso!