Trent’anni: 10.957 giorni di Terra e Sole (contando anche gli anni bisestili). 30 primavere, per un negozio, non sono poche. Quanta gente ha varcato la sua porta per una volta, oppure da sempre, o da tanto tempo!

Terra e Sole è entrata nella pelle dei riminesi, ormai ne fa parte, come l’odore del mare in inverno e delle creme solari d’estate, come la piadina quando cuoce sul testo e il pesce sulla “gradella” del vicino.

Qualcosa di scontato, ma rassicurante; un porto sicuro in cui prima o poi ormeggiare la propria barca, per mettere a posto la propria alimentazione, per dare un seguito al proprio impegno di “fare qualcosa per l’ambiente”, per provare sapori nuovi, per imparare a cucinare, per curare la propria salute e il proprio aspetto in modo naturale.

Siamo qua, a vostra disposizione, da trent’anni, con la voglia e l’entusiasmo di continuare a farlo per tanto tempo ancora!

Trenta primavere, mi piace più di 30 anni, perché gli anni scandiscono il tempo che passa, mentre le primavere indicano la rinascita, il rinnovamento, le nuove gemme che si aprono, il verde tenero delle nuove foglie, la bellezza e l’appariscenza dei fiori che porteranno nuovi frutti, nuova energia vitale. Per noi è sempre stato così e lo è ancora di più oggi con un ricambio generazionale che garantirà a Terra e Sole un bel futuro.

Non è semplice essere ottimisti, soprattutto per quanto sta accadendo nel mondo fra pandemie e guerre, senza dimenticare l’emergenza clima, che di tutte potrebbe diventare la più temibile. Bisogna fare uno sforzo per ricordare che la storia è fatta di alti e bassi, che dopo l’estate arriva l’autunno e poi l’inverno, ma poi sarà ancora primavera. E noi dobbiamo fare lo sforzo di mantenere sana la nostra piantina, le nostre vite, perché possano poi ridare frutti, quando l’aria tornerà ad essere frizzante ed i raggi del sole ci daranno tepore e sicurezza.

Questo è un periodo in cui dovremmo dedicarci molto alla evoluzione di noi stessi. Stiamo vivendo in un’era che ha visto lo sviluppo della produzione industriale e del pensiero scientifico, dove in qualche modo si è cercato di creare macchine che lavorassero al posto dell’uomo, o forse anche meglio, più velocemente. Si sta cercando di clonarlo, o forse di farlo anche meglio. Si stanno costruendo strumenti per condizionare la sua mente e di pensare al suo posto e sicuramente di pensare meglio, a una dimensione (come direbbe Marcuse).

Io sono certo che l’era che verrà (l’acquario) sarà nel nome della evoluzione dell’essere umano, nella presa di coscienza e nel dominio di tutte le facoltà, di tutti i poteri, di tutti i talenti che ognuno di noi possiede ed oggi utilizza solo in piccola parte. Come si passerà dall’oggi, al domani? Come e quando entreremo nella mitica età dell’acquario?

(“Aquarius” di Galt Mac Dermot)
“Quando la luna è nella settima casa
When the moon is in the Seventh House

E Giove si allinea con Marte
And Jupiter aligns with Mars

Allora la pace guiderà i pianeti
Then peace will guide the planets

E l’amore guiderà le stelle
And love will steer the stars
Questo è l’alba dell’Era dell’Acquario
This is the dawning of the Age of Aquarius

Armonia e comprensione
Harmony and understanding

Simpatia e fiducia in abbondanza
Sympathy and trust abounding

Niente più falsità o derisioni
No more falsehoods or derisions

Sogni viventi d’oro di visioni
Golden living dreams of visions

Rivelazione di cristallo mistico
Mystic crystal revelation

E la vera liberazione della mente
And the mind’s true liberation”

Siamo usi pensare che i grandi cambiamenti siano sempre il frutto di cataclismi, guerre, invasioni, pestilenze. Non ricordo un film di fantascienza dove il mondo si trovasse in una condizione migliore di prima. È sempre tutta una questione di sopravvissuti (pochi), di pericoli imminenti, meteoriti, invasioni di alieni, virus letali, ecc., ecc. che mettono la parola fine al passato e in qualche modo prefigurano un futuro spesso arido e desolato, in cui forse non ha neppure più senso vivere.

Mi piacerebbe che qualcuno facesse uno sforzo per immaginare un mondo migliore e una transizione verso il futuro che fosse invece il frutto della evoluzione dell’uomo, di una illuminazione improvvisa e contagiosa, di una voglia di bene e di buono che improvvisamente si impossessasse di tutti, in modo irresistibile e irreversibile.
Impossibile?

“Molti pensano a cambiare il mondo, pochi pensano a cambiare se stessi” (L. Tolstoj). Questo è il problema, questo è l’unico vero freno alla evoluzione: più facile pensare a cambiare gli altri che se stessi. Cosa c’entrano con tutto questo Terra e Sole e le sue trenta primavere? C’entrano, c’entrano, eccome se c’entrano! L’evoluzione dell’uomo non può che cominciare dal cibo, dalla consapevolezza che noi siamo ciò che mangiamo, che le nostre cellule si nutrono dei frutti della terra e nasciamo, cresciamo, ci riproduciamo, restando sempre parte di questo ecosistema.

Auguri!

Renzo Agostini