Qualche giorno fa ero in auto con la radio accesa, quando è passato uno spot pubblicitario che mi ha fatto molto pensare. Il testo più o meno era questo.
Una bambina con una vocina insopportabile chiede al padre: “perché veniamo sempre qui a fare la spesa?” e il padre risponde “perché qui si risparmia”; la bambina ancora, “e perché vuoi risparmiare?”; il padre stremato, “perché così io e la tua mamma possiamo andare in vacanza, che ne abbiamo taaanto bisogno!”
Un’altra voce aggiunge “eh sì, noi ti facciamo risparmiare, così puoi avere a disposizione più soldi per acquistare ciò che vuoi. Questa è la spesa intelligente”.
Immaginare che la pubblicità possa avere un risvolto “educativo” è impensabile, ma sicuramente condiziona il costume e il comune pensare: risparmiare sul cibo per andare in vacanza, ecc.
Non è una bella cosa, perché risparmiare sul cibo significa accettare di consumare un alimento di scarsa qualità, di dubbia provenienza, coltivato non si sa come e con quali condizioni di sfruttamento.
Oppure siamo così ingenui da pensare che in quel supermercato i prezzi siano “più bassi”, perché sono più onesti degli altri, rinunciano ai loro guadagni per offrirli a noi poveri consumatori? Poi, siamo certi che siano più bassi, o si fa il solito gioco degli specchietti per allodole?
Del resto tutti gli spot dei vari supermercati oggi sembra che siano fatti da consumatori piuttosto che da commercianti: “il supermercato sei tu, chi può darti di più?”, “prima le persone e poi le cose”; beh certo, sono cooperative… Tutto amore, rispetto per l’ambiente, l’uomo, il cibo sano, in un abbraccio assai perverso, da parte di chi in fondo, ci istiga continuamente al consumismo e a riempire carrelli di roba che in buona parte (un 40%?) finisce nella spazzatura o per i più generosi al banco alimentare.
Mi sembra di vedere questi geni del marketing quando studiano gli spot, attenti a trovare varchi dove possono far breccia, nella massa dei consumatori che ormai non sanno più a cosa credere, o meglio, lo sanno benissimo: credono a quello a cui fa più comodo credere!
E allora ha un senso uno spot che ti dice di risparmiare sul cibo per andare in vacanza, perché è quello che tanta gente si vuol sentire dire, togliendosi anche qualche senso di colpa, “perché lo dicono anche alla radio….”.
Non è un caso che la quota reddito delle famiglie destinata al cibo sia diminuita di tanto in questi anni (da un 40% del dopoguerra fino ad un 17% di oggi).
Io non vi dico che fare la spesa intelligente significa venire a Terra e Sole; questo lo decidete voi.
Fare la spesa intelligente significa usare innanzitutto il cervello, scegliere con consapevolezza, nella giusta quantità; avere un programma alimentare in testa, dare priorità alla qualità del cibo, alla sua provenienza e a tutti gli altri risvolti etici ed ambientali; preferire cibo di stagione, fresco e possibilmente di origine locale o almeno italiana. Scegliere cibo biologico ed acquistarlo da chi lo conosce e ve lo può veramente garantire.
Questa è secondo me la vera spesa intelligente! Quella che vi fa stare bene e, se gestita con oculatezza, spendere il giusto, per potersi anche permettere la vacanza di cui abbiamo tutti “taaanto bisogno” in questa società dove tutto gira fuori giri, sempre, H24!