La Festa degli Alberi mi ricorda la scuola elementare: la maestra aveva appeso il cartello con la “a” di albero, il cerchietto con la gambina. E ogni anno piantavamo un albero nel giardino della scuola. Questa semplice cerimonia mi è sempre rimasta nel cuore ed è uno dei motivi per cui provo grande rispetto, gratitudine, ammirazione, fino alla devozione, per l’albero.
Ho amici alberi quasi in ogni luogo in cui sono stato. Di fronte a tanti alberi ho meditato, tanti ne ho abbracciati, da tanti ho succhiato energia, a tanti mi sono aggrappato per salire su finché le mie forze e il buonsenso me lo hanno concesso.
Gli alberi non sono solo una cosa che ci serve, funzionale alla vita degli esseri umani e del pianeta, la fotosintesi clorofilliana, materiale da produzione, frutti succosi… Gli alberi sono vivi e, visto che oggi è la loro festa, credo sia giusto considerarli tali, riconoscendogli lo status di “esseri viventi”, insieme a tutto il mondo vegetale.
Altri scriveranno di deforestazioni, di incendi, di Amazzonia, di necessità di rimboscare, ecc., ecc. Perfetto, d’accordo, lo scempio che l’essere umano sta perpetrando nei confronti della Terra va condannato e contrastato in tutte le maniere. Ma oggi è la Giornata Mondiale dell’Albero e io vorrei invitarvi a considerare un albero come entità spirituale, capace di provare e dare emozioni, come essere vivente, come step della nostra evoluzione attraverso il quale siamo passati anche tutti noi.
Gli alberi sono esseri spesso secolari, portatori di una grande saggezza: bisogna saperli ascoltare. Stando fermi viaggiano il mondo, affidando al vento, agli insetti e agli uccelli il proprio polline ed i propri semi. Non solo gli aspetti riproduttivi, ma anche le emozioni, i racconti, le paure, passano di becco in becco, da soffio in soffio.
Abbracciare un albero adulto è un’esperienza bellissima, che coinvolge tutti i sensi: la bellezza, il profumo, la rugosità della corteccia, il sapore della resina, il suono del vento che muove le foglie e insieme al sole carica di energia la pianta.
Gli alberi sono gli esseri più generosi della Terra: l’energia che ricevono ce la ritornano tutta moltiplicata per cento e abbracciare un albero è un po’ come fare una ricarica di energia. Basta sapere accoglierla, mettendosi sullo stesso piano, senza imbarazzo. Sentirsi albero per diventare un tutt’uno con l’albero.
Ok, lo avete capito, amo gli alberi! Ma amo tanto anche il legno… mi piace lavorarlo, averlo attorno a me. Parlo del legno vero e non del compensato, truciolato e schifezze varie piene di formaldeide. Non sopporto la plastica, il metallo e neppure il vetro. È una contraddizione? No; se intendiamo una foresta come un essere vivente, la vita e la morte fanno parte della vita stessa, ma rispettando i tempi e le modalità che la natura ci chiede.
L’uomo attinge a piene mani dal mondo vegetale e dovrebbe farlo anche di più (riducendo drasticamente il consumo di carne); ciò che deve cambiare è l’atteggiamento, che deve passare dallo sfruttamento indiscriminato, dalla violenza, dall’ignoranza, alla conoscenza, alla consapevolezza, alla gratitudine, al rispetto.
Allora tenere in mano una tavola di legno vi darà la stessa emozione vissuta da Geppetto, che vi ha visto dentro il suo bambino Pinocchio. Vi ricorderà che state toccando un materiale ancora vivo, che si storcerà, si ossiderà, continuerà a profumare di resine, a emanare energia, con un proprio carattere, una storia. Con il legno ci devi parlare.
Dedico queste poche righe ai miei amici alberi, sperando che possano essere utili a qualcuno per cominciare a guardarli in un modo nuovo; a scendere in strada ed abbracciare il primo albero che si incontra, lì, sul marciapiede, sentinella e testimone della grandezza della Natura.
Renzo Agostini