“C’era una volta un leone che viveva in una foresta… Assalito dalla sete, decise di andare ad abbeverarsi. Così attraversò la foresta e giunse davanti ad un ruscello. Avvicinato il muso all’acqua si ritrasse subito spaventato: scambiò il proprio riflesso per un altro leone. Ruggì irritato per fare uscire dall’acqua quello che pensava fosse un avversario. Ma, ovviamente, l’altro leone non rispondeva e non pareva disposto ad andarsene. Questa situazione si protrasse per un po’ di tempo. Il leone stava per andarsene, ma la sete si era fatta talmente insopportabile che, messo da parte ogni timore, con un tuffo si gettò nell’acqua. L’immagine del rivale, come per incanto, si dissolse immediatamente e il leone poté finalmente dissetarsi. Inoltre ne trasse un grande insegnamento: comprese che l’ostacolo, ora svanito, era rappresentato da lui stesso. Da quel giorno il leone affrontò la vita della foresta più serenamente, in quanto aveva compreso che gli ostacoli che si incontrano lungo il proprio cammino, anche quelli che spaventano di più, non sono altro che il frutto del proprio condizionamento…”
(Tratto da Il Dito e la Luna – insegnamenti dei mistici dell’Islam, di Gianluca Magi, ed. Il Punto d’Incontro 2002).
Provate a riflettere: quante volte nella vita siamo stati stupidi, come quel leone, spaventato semplicemente dalla sua immagine riflessa. Al leone poi è andata bene… la sete era così forte da spingerlo comunque ad affrontare il “pericolo” e alla fine saltare nell’acqua e non morire di sete. Ma nella vita spesso non è così: le paure restano dentro, ci bloccano: non abbiamo il coraggio di affrontarle e neppure quella di scappare veramente, senza portarci dietro la zavorra dei rimpianti e dei risentimenti. Talenti sprecati, evoluzioni rimaste a metà, amaro in bocca, emozioni negative per compatirci ed autogiustificarci, perché la colpa è degli altri o della sfiga, che, come si sa, la fortuna è cieca, ma la sfiga ci vede bene e altro non ha da fare che prendersela con noi.
“Fuck my mind!”, fanculo la mia mente, bisognerebbe ripeterselo come un mantra, ogni volta che parte quel rumorino di fondo, quel ronzio così fastidioso, che mette in dubbio le nostre capacità, che depotenzia le nostre energie, che ci fa vedere nemici ovunque, che abbassa le nostre difese immunitarie e ci porta ad ammalarci.
Infatti il nostro corpo ha bisogno di un cibo sano, di un movimento costante all’aria aperta e di una mente pulita, pronta a ricevere “ondate” di energia e a tradurle in emozioni positive, in gioia, felicità, gratitudine.
Per questo la mente va allenata e pulita. Non ha nulla a che vedere con un computer, non è per nulla razionale, è quanto di più umano/divino ci sia nel nostro corpo.
Mi piacerebbe sentire una mamma dire al proprio figlio: “prima di andare a letto lavati i denti e pulisciti la mente!” Come si fa? Una volta c’erano le preghiere, le favole, chi contava le pecore. Ma questo accade sempre più di rado; oggi è sempre più comune addormentarsi sul divano per la stanchezza, lo sfinimento, gli occhi che bruciano per guardare lo smartphone o la televisione, portandoci dietro le paure e i problemi accumulati nella giornata, che non ci permettono di riposare, ci fanno sentire deboli al mattino, anziché riposati e più forti di ieri.
Fra i propositi per il nuovo anno, il 2022, mettiamoci anche questo: dedicare tempo a ripulire la nostra mente; avere più rispetto e fiducia in noi stessi; allontanare le false paure, le angosce; accettarci per ciò che siamo; far venir fuori l’amore che abbiamo dentro e dedicarlo prima di tutto a noi stessi, per poi essere in grado di rifletterlo fuori e donarlo agli altri.