L’uomo è l’unico essere vivente che si sta ponendo il problema della eco sostenibilità; o meglio, alcuni uomini, altri se ne fregano. A Trump non interessa nulla del clima, ma purtroppo non è certamente il solo. Meglio l’uovo oggi per me, che una gallina domani per le prossime generazioni.

Diciamo che l’ecosistema il modo di trovarsi un equilibrio se lo è sempre trovato, con le buone o con le cattive: glaciazioni,  diluvi, terremoti, fuochi e fulmini e conseguenti estinzioni di massa di tante specie animali, per nulla colpevoli, ma non più adatte alla vita su questo pianeta. Ed è ciò che potrebbe succedere anche alla specie umana; l’unica differenza sarebbe che l’uomo se l’è andata proprio a cercare.

In realtà la legge di entropia ci spiega che l’energia e la materia si stanno continuamente degradando. Ma questo processo è fortemente accelerato dall’opera dell’uomo, l’unico essere vivente capace di bruciarsi la terra sotto ai piedi, di inquinare l’aria che respira, di avvelenare i mari e riempirli di plastica e scorie di ogni genere. Sarà poi vero che Dio ci ha fatti a sua immagine e somiglianza? Lui ci dicono abbia costruito l’universo in sette giorni, noi lo stiamo distruggendo… in qualche anno.

Distruggendo… si fa per dire. Stiamo mettendo a rischio l’esistenza della nostra specie, ma poi tolto di mezzo questo parassita, l’essere umano,  tutto tornerà a girare come prima, meglio di prima.

Quando si parla di sostenibilità, più che di eco (ambiente), si dovrebbe parlare di Homo (essere umano) sostenibilità.

Se cerchiamo di non inquinare, di riciclare, di risparmiare energia, di sprecare meno, di rispettare la biodiversità, prima ancora che per l’amore verso l’ambiente, lo dobbiamo fare per garantire le possibilità di sopravvivenza alle generazioni che verranno.

C’è poco di bucolico e di amore per gli animali e la natura  nel rispetto dell’ambiente (sentimenti considerati da molti cose da romantici, da sognatori, utopisti), perché in realtà la posta in gioco è molto più alta. Manca la consapevolezza, l’informazione, il potere e la volontà di cambiare le cose.

Se aspettiamo che l’eco sostenibilità ci venga garantita d’ufficio dai G8 o dalla Comunità Europea, o chicchessia, stiamo freschi! E’ una conquista quotidiana, è una catena che mette insieme tanti piccoli comportamenti, di tante piccole persone, che guardano all’ambiente come un bene da preservare e non come risorse da estrarre e da sfruttare, terreni da depredare, foreste da abbattere, da bruciare.

È una battaglia che si può vincere nel quotidiano, nel momento in cui siamo capaci di tradurre il sentimento del rispetto, in azioni di ogni giorno, semplici, ripetute, fino a diventare abitudini, modi di essere, culture.

In questi anni questa sensibilità è cresciuta, tanto. Così come sono cresciuti i dubbi e lo scetticismo, verso un modello di società consumista che sta dimostrando tutti i propri limiti e l’altra faccia del “benessere”. Così come non è più credibile la scienza come nuova forma di religione che è andata perdendo dignità, essendosi spesso venduta alle multinazionali, è diventata prepotente ed arrogante, sempre meno illuminante.

Domani vado al lavoro in bicicletta, lascio l’auto a casa. Io non cambio il mondo, ma noi sì.

Buona pedalata

Renzo Agostini