Se il futuro è nelle loro mani… stiamo freschi!
A vedere questi Capi di Stato fare passerella a Glasgow in occasione dell’apertura di COP26, sbracciarsi, fare gara a chi la dice più grossa, tirare in ballo persino James Bond… Oddio, che mal di pancia!
Mi fa lo stesso effetto che sentire parlare uno stupratore seriale che dichiara che le donne vadano rispettate, che la parità sia sacrosanta e che si impegni a farlo… entro una cinquantina d’anni.
Dice bene Greta: la nostra casa sta bruciando e questi pensano a quale fornitore d’acqua abbia le tariffe più convenienti per spegnere l’incendio.
C’è chi dice: “guardiamo il bicchiere mezzo pieno; in fondo fino a poco tempo fa si continuava a negare il problema del riscaldamento climatico, Trump in testa, quindi qualcosa è migliorato”. Piuttosto che niente è sempre meglio piuttosto!
Ah bè, certo. Magari dai “bla-bla-bla” di Parigi si passerà ai “bleah-bleah-bleah” di Glasgow!
In realtà credo che i potenti del mondo stiano facendo del loro meglio. Più di così il cervello non gli dà. Devono fare equilibrismi incredibili per mettere insieme gli interessi di chi inquina con quelli di chi vorrebbe preservare il pianeta, e più di così non possono fare… che faticaccia, si devono sbottonare la camicia ed allentare il nodo alla cravatta per leggere il discorso che gli hanno preparato.
I responsabili veri di questo disastro climatico sono pochi, ma estremamente potenti, accumulatori seriali di ricchezze che non riusciranno mai a spendere in vita, per lasciare eredità miliardarie a nipoti che li malediranno per aver distrutto la loro casa.
Nel frattempo proveranno a venderci prodotti e tecnologie per ridurre l’inquinamento che hanno prodotto, speculando anche su questo. Poi c’è il resto del mondo diviso fra disperati che muoiono di fame e stenti, e quelli che portano acqua al mulino dei più ricchi del mondo, i cosiddetti “consumatori”.
I primi hanno davvero poche colpe: qualcuno li accusa di fare troppi figli e di tentare di fuggire nel mondo dei portatori d’acqua e quindi li si vorrebbe recintare e, magari, tagliargli i testicoli da piccoli… Soluzione un po’ drastica!
I consumatori invece di colpe ne hanno tante, davvero. Sono vittime della propaganda, di un indottrinamento che ha fatto perdere valori, di una società in cui è difficile essere diversi… poverini!
I consumatori non sono altri, i consumatori siamo noi: io, tu, quelli che ci stanno attorno. Il cambiamento vero avverrà solo quando smetteremo di romperci la schiena per portare acqua al mulino di chi si arricchisce sulla miseria di chi ha, più o meno consapevolmente, messo la propria vita e quella delle future generazioni in mano a soggetti senza scrupoli.
Ce l’hanno venduto per progresso, per benessere, qualcuno addirittura per felicità… Luce contro il buio, avere prima ancora di essere.
Lo stop ce lo sta dando il nostro Pianeta, mica un pirla qualunque! Il muro si avvicina e ci andremo a sbattere sicuramente nell’arco di pochi decenni. Il mondo naturale non è buono o cattivo: il leone mangia la gazzella, ed è giusto così. L’essere umano pagherà per ciò che ha fatto, ed è giusto così.
Ho passato una vita ad occuparmi di ambiente e di salute e continuerò a farlo per il tempo che mi resta. Ho avuto la fortuna di conoscere tante persone che si sono battute e continuano a farlo per questi ideali. Mi auguro che saranno sempre di più e magari sempre più giovani, visto che il futuro è nelle loro mani. Ma spetta a quelli più grandicelli come me dare per primi l’esempio. Il prete che predica bene e razzola male va bene solo nelle barzellette.
Serve mettere mano velocemente (subito!) al nostro stile di vita, senza attendere nuove emergenze per essere obbligati a farlo. Ridurre i consumi, rivedere il modello alimentare, nella qualità, nella quantità, negli sprechi (il cibo gettato nell’immondizia è un crimine). Sappiamo tutti che occorre limitare drasticamente il consumo di carne perché gli allevamenti sono una delle principali cause di deforestazione e produzione di CO2. Occorre rimettere in fila i valori e ridare un senso alla propria vita. Vivere tutto ciò come la nostra prima e unica priorità. E tirarci su le maniche.
Perché quelli del COP26, dopo che si saranno sciacquati la bocca dal ricco buffet offertogli, torneranno a parlare di crescita del PIL e di aumento dei consumi, senza pensare minimamente a togliere il piede dall’acceleratore, nell’illusione che “passerà a nuttata…”
Renzo Agostini